In ricordo di Angela, e di Smokey, che ci hanno lasciato nel corso di questo difficile anno 2013, riportiamo qui un articolo che spiega forse meglio di ogni altra cosa lo spirito che ha dato vita a Nata Libera e che vorremmo riuscire a portare avanti.
Buona lettura….
Orme sulla neve di Angela Revel Chion
Al loro arrivo nel rifugio, gli animali ricevono tutte le necessarie cure ed attenzioni e ci impegniamo al massimo per trovare loro una casa adatta.
Alcuni animali, però, per vari motivi, devono rimanere al rifugio per il resto della loro vita. Sono sicura che la storia di Smokey spiegherà il motivo per cui l’abbiamo tenuta con noi al rifugio e perché abbiamo deciso che sarebbe stato ingiusto trasferirla ad una nuova casa.
Una fredda e nebbiosa sera di Novembre stavo facendo il giro del rifugio e preparando gli animali per la notte quando, ad un tratto, mi sono resa conto che qualcosa si stava muovendo nel bosco vicino. Sembrava che quel qualcosa mi stesse seguendo mentre mi muovevo da stalla a stalla, ma non si faceva mai vedere. Mi chiesi se fosse un animale ferito in cerca di qualcosa da mangiare, quindi nelle sere successive iniziai a lasciare una ciotola extra di cibo sul confine del bosco.
Una notte ci fu una forte nevicata e la mattina dopo mi svegliai per trovare delle orme sulla neve che andavano da una stalla all’altra, fino ad arrivare al posto in cui teniamo le nostre balle di fieno e, sotto questo fieno, trovai Smokey, esausta, sdraiata in un buco che si era scavata durante la notte. Piano piano la tirai fuori e con mio grande orrore scoprii che aveva del filo spinato legato intorno al collo, impiantato nella sua carne, gli occhi erano rosso sangue e i cuscinetti delle zampe erano gravemente danneggiate. Era terrorizzata, ma troppo magra e debole per reagire.
Mi ricordo il suo sguardo triste e quanto triste mi sentivo io mentre la portavo dal veterinario e come, durante il viaggio di ritorno, eravamo già diventate amiche.
Il veterinario di Nata Libera era scioccato quando vide in che stato era, comunque la esaminò e le tolse subito il filo spinato. Era chiaro che Smokey aveva appena partorito o perso una cucciolata, era stata legata ad un albero e si era consumata i denti inferiori cercando di liberarsi dal filo spinato. Posso solo presumere che, dopo essersi liberata, si sia trascinata barcollando attraverso il bosco, fino ad arrivare, fortunatamente, al nostro rifugio, decidendo di trasferirsi da noi.
Ora Smokey è in buona salute, ha fatto amicizia con tutti gli animali del rifugio, anche il nostro piccolo e grassottello Shetland Pony e la nostra gigante asina da tiro; passa infatti molte ore felici entrando e uscendo dai recinti.
Il problema di Smokey? Umani! Anche se ormai sono due anni che cerchiamo di spiegarle che la maggior parte dei visitatori del rifugio sono amanti degli animali e persone gentili e amichevoli, Smokey non è ancora convinta. Sparisce subito in una stalla, e si rifugia/rannicchia vicino al nostro animale più grande, la nostra enorme asina da tiro grigia Gemma Giulia, e rimane lì, con gli occhi che dicono “lasciatemi in pace, sono al sicuro e sto bene qui”.
Sia io sia il veterinario crediamo che il modo migliore per tendere una mano a Smokey sia quello di lasciarla tranquilla e di permetterle di continuare a vivere la sua vita al rifugio, il luogo dove lei ha scelto di stare.